Grande Fratello – L’inizio, il documentario sulla prima edizione, arriva finalmente in tv (ma perché solo ora?)

A quasi tre mesi dalla pubblicazione in esclusiva su Mediaset Infinity, il documentario Grande Fratello – L’inizio, dedicato alla prima storica edizione del reality show, arriva in tv, ma non su Canale 5. Le ragioni di una scelta che potrebbero far discutere, ma che disegnano un piano preciso.

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Quando Grande Fratello – L’inizio è uscito su Mediaset Infinity a fine settembre, molti si sono chiesti perché un prodotto così nostalgico, che racconta la nascita del reality più iconico della tv italiana, non fosse stato piazzato direttamente su Canale 5. La risposta non è scritta da nessuna parte: logiche aziendali legate ad un prodotto forse troppo di nicchia, ma nonostante questo utile per far comprendere al pubblico che oggi segue il reality più famoso al mondo da dove tutto era cominciato.

Per chi non lo avesse visto, il documentario racconta la prima storica edizione del reality show, andato in onda dal 14 settembre al 21 dicembre 2000, registrando ascolti record, con 16.019.00 spettatori (59,9% di share) per la finale vinta da Cristina Plevani.

Durante i 100 minuti circa di documentario, quei mesi in cui il genere reality si fa conoscere e rivoluziona la tv italiana sono raccontati da addetti ai lavori, come il produttore Marco Bassetti, l’autore Andrea Palazzo e l’allora direttore di Canale 5 Giorgio Gori, ma anche dai protagonisti di quell’incredibile avventura, come la conduttrice delle prime due edizioni Daria Bignardi e alcuni dei concorrenti della prima edizione (la già citata Plevani, Maria Antonietta Tilloca, Lorenzo Battistello, Marina La Rosa, Francesca Piri e Salvo Veneziano).

Il documentario sul primo Grande Fratello in tv

A quasi tre mesi dal debutto in streaming, quel documentario ad oggi ancora disponibile in esclusiva su Mediaset Infinty sta finalmente per sbarcare anche in tv. L’appuntamento è per martedì 16 dicembre, in seconda serata, su La 5 (e da lì, chissà che non ci siano repliche previste durante le festività).

La scelta è stata dunque quella di mandare in televisione il documentario, prodotto da Endemol Shine Italy (stessa casa di produzione del reality) non per lanciare la nuova edizione del GF (condotta da Simona Ventura e che ha riportato il format alle origini, con un cast di nip e una durata ridotta a circa cento giorni), ma a ridosso della sua conclusione, prevista per lunedì 15 dicembre, su Canale 5.

Le ragioni del doc sul GF su La 5 e non su Canale 5

Una volta visto in streaming, numerosi spettatori hanno affidato ai social il loro dispiacere: perché un prodotto così ben realizzato, ricco di retroscena interessanti (anche di qualche bombetta gossip) e con volti che non si vedevano a tempo in tv non è andato direttamente in palinsesto? Le ragioni sono varie.

Un buon prodotto, ma di nicchia

Innanzitutto, Grande Fratello-L’inizio ha un taglio storico, con interviste, immagini di repertorio e retroscena. Un vero e proprio doc che parla a chi ama la televisione ed ha amato quella prima storica edizione del GF. Dall’emozione di rivedere Pietro e Cristina fino al ricordo dell’inviato Marco Liorni (ai tempi lontanissimo dai successi collezionati oggi con i game show), il documentario parla a un pubblico di nicchia, non proprio quello che una tv generalista va cercando in prima serata.

Il valore dell’esclusiva su Infinity

La decisione di affidare il documentario in esclusiva a Mediaset Infinity è stata strategicamente vincente: parlando del doc si è parlato inevitabilmente anche della piattaforma, rafforzandone l’identità e il un catalogo che è sempre più casa di contenuti esclusivi e non solo di rewatch (un altro esempio è la presenza, come da noi anticipato, di tutte e sei le stagioni di Dawson’s Creek dal 17 dicembre, solo online).

Ecco che quindi un documentario esclusivo, legato a un brand potentissimo come il GF, diventa un asset di valore: spinge l’utente ad aprire l’app, permette di offrire una ragione per tornare proponendo contenuti simili e costruisce un perimetro “premium” intorno ai contenuti d’archivio. Insomma, se ai tempi della tv lineare, un doc del genere sarebbe stato evento su Canale 5, oggi è diventato una leva digitale.

La compatibilità con La 5

Abbiamo già detto della natura di nicchia di un prodotto di questo genere e del rischio troppo alto di una messa in onda su Canale 5. Così come la sua presenza in esclusiva su Mediaset Infinity è stata studiata ad hoc, lo è anche la prima visione su La 5. Mandarlo su una rete tematica alza infatti la compatibilità tra prodotto e pubblico di rete: un target più femminile e già vicino ai reality è più disposto a un contenuto nostalgico e di nicchia.

La 5, nel suo piccolo, ha un pubblico che ha vissuto il GF “di una volta”. Rimettere il documentario in chiaro su questa rete significa parlare a una fascia che può riconoscersi in quei ricordi e che, soprattutto, non si aspetta un prodotto “evento”. Una scelta coerente con il posizionamento della rete.

Un percorso che ricorda quanto la tv sia cambiata

Infine, c’è qualcosa di intimo e “romantico” nel seguire la traiettoria del documentario del primo Grande Fratello. Un percorso che riflette la traiettoria della tv stessa. Perché se nel 2000 tutto ciò che riguardava il GF diventava evento oggi il suo racconto storico diventa contenuto da piattaforma. E la tv lineare lo ospita solo a posteriori, su una rete laterale, non sulla principale.

Il reality che ha inventato gran parte della tv di oggi finisce per essere celebrato in uno spazio più raccolto, più intimo, più mirato. Dove lo guardano quelli che davvero lo vogliono guardare. A ben pensarci, è una scelta che tutela il prodotto e lo difende da eventuali facili critiche su ascolti non all’altezza delle aspettative.

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